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Una leggenda giapponese narra che ogni persona è legata alla sua anima gemella da un filo rosso, invisibile e indistruttibile. Anna e Roberto hanno poco più di vent'anni, ma di esperienze forti ne hanno fatte, sperimentando anche, e ciascuno a proprio modo, frustrazioni, paura e abbandono. All'ombra di una Napoli silenziosa e dignitosa, che con fatica cerca di scrollarsi di dosso le macerie del terremoto dell'Irpinia ritrovando un sano entusiasmo nella venuta di Maradona, i due giovani si riconoscono, si scelgono e, con la leggerezza delle cose naturali e giuste, infine, si trovano. Immerso nei primi anni Ottanta, "Intreccio. Storia di ritorni" racconta la quotidianità di una famiglia borghese napoletana attraverso le parole, i rumori e i silenzi che hanno abitato le loro stanze. Racconta anche di noi tutti, dei moti dell'animo che ci rendono vivi e perfetti nelle nostre imperfezioni. La penna dell'autrice si muove da un personaggio all'altro, spogliandolo di ogni orpello fittizio fino ad arrivare alle emozioni più viscerali che lo muovono.